mercoledì 26 giugno 2013

HO CHIESTO ALLE MIE GAMBE

Ho chiesto alle mie gambe
Di non correre sulla salita
Che in cima sì prima di notte
Avrei visto il mare
Ma distante per abbracciarlo.

©Giovanni Abbate - Inedito



sabato 22 giugno 2013

PARTENZA

Non dormimmo la notte
(tumultuava come folla
l’ansia nelle vene).

I bambini – vestiti di meraviglia –
disegnavano in terra il contorno dell’alba.

Affidatarie della cura – le donne
ponevano vestimenta e affetti
nei bagagli.

Ad alta voce i vecchi
leggevano le nuvole.

A ciascuno
fu consegnato un vademecum
in caso di perdimento.

A caratteri marcati
l’indirizzo della Provvidenza
– dai bufali alle lèndini
era sottolineato.




(da: Inconsapevoli viaggi, in Il venditore di suoni tattili - 2007)

domenica 16 giugno 2013

DIES RESURRECTIONIS

Ogni casa o rifugio di viventi
Ha già pronti tavoli e sedie innumerevoli
E a turno si veglia l’ingresso
Svelti ad avvertire nelle cucine dell’arrivo:
Fame e stanche le ossa avranno.

E se accadesse domani? O domani l’altro? O mai?
Oggi sarà!
Perché dunque indugiano?
Si saranno fermati a osservare il paesaggio:
Mancano da lunghissimo tempo – molti.
O la strada non ricordano e staranno orientandosi
Riconoscendo una quercia o la gobba d’una collina.

E questa notte? Già il buio s’appresta.
Sosteranno da qualche parte e domattina
Riprenderanno il viaggio con la luce a guidarli.
Imboccheranno la direzione giusta – vedrai –:
Quella percorsa un tempo che partirono.
Ma leggiamo ora. Siamo soltanto a metà della pagina
E le pagine vanno lette fino al fondo
Prima di richiudere il libro.

Un’altra notte! Le loro palpebre sapranno reggere la vista?
Si fermeranno. Riposeranno in luogo sicuro
Come la notte precedente e saziati dal sonno
Più celeri consumeranno lo spazio che ci divide.
A voce bassa – ti prego – seguitiamo a leggere.
A che punto siamo del capitolo?

È nuovamente notte! E fuori piove e gira il freddo.
Staranno riparandosi al tepore d’un falò.
Qualche pastore avrà ricordato il bivacco delle notti
Con il fuoco a tenergli compagnia.
Ma prima che si riveli l’alba ripartiranno
Che la strada ancora non s’è quietata.
Tu non sai quanto è lungo un passo
Per quelli che ci credono.


(da: Formicaio barocco - 2004)

sabato 15 giugno 2013

ALTER EGO

Molto abbiamo sbagliato – Giovanni –
nella stesura della rappresentazione.

La forma non pienamente capace
il contenuto inesatto e artificioso.

Daccapo molto è da riscrivere.
Daccapo riordinare gli sparsi appunti.

Ma teniamo per buono quel poco che è:
l’insonne cercare teniamolo.


(da: Inconsapevoli viaggi, in Il venditore di suoni tattili - 2007)

sabato 1 giugno 2013

ANTIFONA


Quell’allontanarci
disciplinato dalla ritualità di zaini
cappellini e fotocamere
noi lo chiamiamo viaggio.
Ma ci spostiamo distrattamente
da un posto
                                 all’altro. Questo è.

Una lunghezza non è
né svegliarsi altrove: siamo
come atolli tirati a sorte
il viaggio
in questo mare atteso. 

(da: Inconsapevoli viaggi; in Il venditore di suoni tattili - 2007)