domenica 16 giugno 2013

DIES RESURRECTIONIS

Ogni casa o rifugio di viventi
Ha già pronti tavoli e sedie innumerevoli
E a turno si veglia l’ingresso
Svelti ad avvertire nelle cucine dell’arrivo:
Fame e stanche le ossa avranno.

E se accadesse domani? O domani l’altro? O mai?
Oggi sarà!
Perché dunque indugiano?
Si saranno fermati a osservare il paesaggio:
Mancano da lunghissimo tempo – molti.
O la strada non ricordano e staranno orientandosi
Riconoscendo una quercia o la gobba d’una collina.

E questa notte? Già il buio s’appresta.
Sosteranno da qualche parte e domattina
Riprenderanno il viaggio con la luce a guidarli.
Imboccheranno la direzione giusta – vedrai –:
Quella percorsa un tempo che partirono.
Ma leggiamo ora. Siamo soltanto a metà della pagina
E le pagine vanno lette fino al fondo
Prima di richiudere il libro.

Un’altra notte! Le loro palpebre sapranno reggere la vista?
Si fermeranno. Riposeranno in luogo sicuro
Come la notte precedente e saziati dal sonno
Più celeri consumeranno lo spazio che ci divide.
A voce bassa – ti prego – seguitiamo a leggere.
A che punto siamo del capitolo?

È nuovamente notte! E fuori piove e gira il freddo.
Staranno riparandosi al tepore d’un falò.
Qualche pastore avrà ricordato il bivacco delle notti
Con il fuoco a tenergli compagnia.
Ma prima che si riveli l’alba ripartiranno
Che la strada ancora non s’è quietata.
Tu non sai quanto è lungo un passo
Per quelli che ci credono.


(da: Formicaio barocco - 2004)

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