venerdì 28 febbraio 2014

ROBERT FROST

                                                              
                                                             (Robert Frost)

Stopping By Woods on a Snowy Evening

Whose woods these are I think I know.
His house is in the village though;
He will not see me stopping here
To watch his woods fill up with snow.

My little horse must think it queer
To stop without a farmhouse near
Between the woods and frozen lake
The darkest evening of the year.

He gives his harness bells a shake
To ask if there is some mistake.
The only other sound’s the sweep
Of easy wind and downy flake.

The woods are lovely, dark and deep.
But I have promises to keep,
And miles to go before I sleep,
And miles to go before I sleep.

(Robert Frost)



Sostando presso un bosco in una sera di neve

Di chi sia il bosco credo di sapere.
Ma la sua casa è in paese: così
Egli non vede che mi fermo qui
A guardare il suo bosco riempirsi di neve.

Troverà strano il mio cavallino
Fermarsi senza una casa vicino
Tra il bosco e il lago gelato
La sera più buia dell’anno.

Dà una scrollata al suo sonaglio
Per domandare se c’è uno sbaglio:
Il solo altro suono è il fruscìo
Del vento lieve, dei soffici fiocchi.

Bello è il bosco, buio e profondo,
Ma io ho promesse da non tradire,
Miglia da fare prima di dormire,
Miglia da fare prima di dormire.


(traduzione italiana di Giovanni Giudici, da Conoscenza della notte e altre poesie, Oscar Mondadori 1988)




Robert Frost (San Francisco 1874 - Boston 1963) è uno dei maggiori poeti americani del ventesimo secolo. Autore di numerose raccolte di versi, saggi e opere per il teatro, vinse quattro premi Pulitzer per la poesia per i libri: New Hampshire: A Poem with Notes and Grace Notes (1923), Collected Poems (1930), A Further Range (1936), A Witness Tree (1942). In Italia, curiosamente, sono stati pubblicati solo due volumi che contengono un'antologia delle poesie di Robert Frost: Poesie scelte (traduzione e introduzione di Franco De Poli, Guanda 1961) e Conoscenza della notte e altre poesie (traduzione di Giovanni Giudici, prima edizione Einaudi 1965; nuova edizione a cura di Massimo Bacigalupo, Mondadori 1988).

Il grande tema dell'opera di Frost – dalle prime, limpide liriche ai testi della maturità in cui si accentuano le note ironiche e moralistiche – è la tensione del rapporto uomo-natura, scavato tanto da rivelare le trame in cui s'intrecciano visibile e invisibile. Erede della tradizione di Esiodo e Orazio, ma anche del linguaggio di Emerson e di Emily Dickinson, Frost trasferì nelle sue rigorose strutture metriche i suoni e i ritmi della parlata del New England, fondendo conversazione e dramma, gesto fisico e gesto verbale. Nei suoi versi le stagioni, viste non soltanto nella loro cangiante bellezza, ma anche nella loro tragicità, le figure umane isolate nella campagna, la luce abbagliante e l'ombra, gli animali, le piante, le erbe, vivono come per la prima volta.

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